Defra, nuova frontiera nella diagnosi dell’Osteoporosi | VIDEO

Con il professore ordinario di Reumatologia all'università di Verona, Maurizio Rossini, abbiamo cercato di capire le caratteristiche di questo nuovo algoritmo diagnostico che consente di documentare in maniera oggettiva la gravità e il potenziale impatto dell'Osteoporosi migliorando la percezione del rischio sia da parte del paziente che degli altri operatori sanitari.

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Negli ultimi anni si sta facendo molto nella ricerca per la lotta all’osteoporosi, il DEFRA (Algoritmo per la stima del rischio di frattura) consente di documentare in maniera oggettiva la gravità e il potenziale impatto dell’osteoporosi, migliorando la percezione del rischio sia da parte del paziente che degli altri operatori sanitari. Con il professore ordinario di Reumatologia all’università di Verona, Maurizio Rossini, abbiamo cercato di capire le caratteristiche di questo nuovo algoritmo diagnostico.

Il Defra è un algoritmo italiano che è stato perfezionato recentemente. La versione di questo algoritmo è coerente con la nota 79 dell’ AIFA (agenzia italiana del farmaco). Consente in pochissimo tempo ai medici sia di medicina generale che specialisti di vedere se il paziente che hanno di fronte ha l’eleggibilità per un farmaco della nota 79, in quale categoria di rischio si trova, quale tipo di farmaco è raccomandato di prima linea e gli indica l’opportunità o meno di ricorrere ad uno specialista”.

Il professor Rossini ha poi proseguito – “Innanzitutto l’algoritmo ci dice se è opportuno o meno ricorrere all’intervento farmacologico, perché la risposta potrebbe essere anche che non è il caso e non è necessario intervenire con dei farmaci e potrebbe essere sufficiente in quel paziente, se non risulta particolarmente a rischio di frattura, un intervento non farmacologico promuovendo l’attività fisica e andando ad eliminare cause secondarie di osteoporosi.”

“Nel caso invece in cui l’algoritmo mi indichi un rischio di frattura elevata nel paziente nei prossimi anni, c’è una forte raccomandazione al trattamento farmacologico e noi sappiamo che qualora il rischio sia particolarmente elevato dobbiamo scegliere quei farmaci che funzionano di più e che ci danno maggiori garanzie nel breve termine di ridurre la probabilità di frattura e questi sono i farmaci anabolizzanti” – conclude Rossini.

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