Nella lotta all’Osteoporosi l’obbiettivo dell’Osservatorio Fratture da Fragilità è quello di rivolgersi innanzitutto ai pazienti e far capire loro che è una malattia. Una malattia che può essere curata e lo si può fare, se si parla di sistema sanitario nazionale, anche a costi estremamente bassi.
Achille Patrizio Caputi, ex professore di Farmacologia all’università di Messina ci ha esposto chiaramente questi concetti – “Prima di tutto è fondamentale specificare che è da evitare che sia il dolore la spia dell’Osteoporosi. Per quanto riguarda la cura, i farmaci che ad oggi vengono prescritti in prima battuta sono tutti generici, quindi noi abbiamo la possibilità di intervenire con dei medicinali a basso costo”.
Secondo i dati raccolti il 71% delle donne che subiscono una frattura non vengono trattate, di conseguenza si ha ancora oggi un numero enorme di persone che non sono seguiti da specialisti.
“Un numero di persone che se viene trattata e le viene prescritto il farmaco, non prende il medicinale poi per il tempo previsto dal trattamento. Di conseguenza abbiamo una mancanza di aderenza alla terapia. Il 50% di persone che inizia la cura, la abbandona entro un anno. Il quadro è chiaro: abbiamo una patologia che non è riconosciuta, che non costa molto ma se viene curata spesso e volentieri non è curata nel modo adeguato” – illustra ancora l’ex professore di Farmacologia.
“L’incidenza di questa malattia è molto elevata, in Italia sono 5 i milioni di persone che ne soffrono e ben 4 milioni sono donne, è quindi evidente che questi dati ne fanno veramente un problema sociale. Si dà poca importanza al fatto che all’Osteoporosi segua una frattura prima o poi, ma soprattutto sono molto alte le probabilità che dopo una prima ne segua una seconda nell’arco di pochi anni. C’è anche da dire che la demineralizzazione ossa è un processo fisiologico nello scheletro umano, soprattutto per quanto riguarda la donna nel momento in cui raggiunge la menopausa, ed è per questo che chiaramente è il sesso femminile ad essere più colpito da Osteoporosi. Tutto ciò però può essere ritardato ricorrendo a strumenti come l’esercizio fisico e un controllo specifico dell’alimentazione prima di fare utilizzo di farmaci” – conclude Achille Patrizio Caputi.